Domenica 31 maggio 2020
PENTECOSTE
Letture domenicali:
Atti 2,1-11: “Tutti furono colmati di Spirito Santo”.
Sal 103 (104): Lo Spirito di Dio, respiro di ogni vita.
I Corinzi 12,1-11: I doni incalcolabili dello Spirito.
Giovanni 14,15-20: Lo Spirito Paràclito, Spirito della Verità.
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SIAMO AMMALATI. CHI CI GUARIRÀ?
Giovedì scorso l’Arcivescovo Mario Delpini ha presieduto la Messa Crismale che non si era potuta tenere il Giovedì santo e ha consacrato gli Oli da distribuire a tutte le Chiese della Diocesi per la celebrazione dei Sacramenti. Proponiamo alcuni suoi pensieri tratti dalla sua Omelia e dal suo saluto conclusivo. Il brano evangelico a cui Mons. Delpini fa riferimento è: Luca, 4,16-21.
IL GIORNO CHE STIAMO VIVENDO
Che nome daremo a questi giorni, così drammatici, così strani? L’alluvione di analisi e di discorsi, di chiacchiere e di polemiche mi rende confuso e capisco che sotto il diluvio delle parole e delle immagini si possano raccogliere argomenti per dire qualsiasi cosa, come si usa adesso, citando un titolo di una delle notizie e dichiarazioni tra i miliardi che circolano in rete. Quello che convince di una notizia non è che sia documentata, ma è il fatto che sia messa in evidenza nel sito al quale attingiamo le nostre informazioni.
Ma noi cristiani, disposti ad ascoltare la parola di Gesù, che nome diamo a questi giorni? Come tutti abbiamo partecipato dello smarrimento e della confusione, talora ci siamo lasciati trascinare in reazioni nervose, in giudizi spietati verso gli altri. Come tutti ci siamo sentiti trafiggere il cuore dal soffrire inconsolabile, dall’esito che siamo tentati di ritenere irrimediabile. Come tutti ci siamo a tal punto impigliati nelle minuzie della cronaca e delle prescrizioni da ritenere più interessanti le discussioni che la contemplazione, più importanti i particolari che l’essenziale, più rilevante il fastidio e il malumore, che il dono della sapienza che viene dall’alto e dello Spirito che fa ardere il cuore.
Stiamo però, per grazia di Dio, conservando la fede e perciò credo che non possiamo dare altro nome che quello che Gesù proclama, nella sua missione fallimentare alla sinagoga di Nazaret: “oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato”.
Questo è il nome del nostro tempo: il tempo del compimento della Scrittura che annuncia la presenza del Servo del Signore, investito dello Spirito del Signore.
In questi mesi abbiamo subito un trauma: la tragedia talora fa emergere la verità delle persone e talora porta alla luce le fragilità. Io non sarei precipitoso nel valutare la nostra Chiesa a partire dal nostro comportamento in questo periodo né a partire dalle parole che circolano sui social. Quando si è travolti dalla spaventosa arroganza del male alcune reazioni possono essere eccessive, istintive, aggressive: dobbiamo aver pazienza con gli altri e anche con noi stessi. La verità di noi stessi deve venire alla luce non perché aggrediti dal male ma perché animati dallo Spirito di Dio che abita in noi. Dobbiamo anche aiutarci a vicenda con la correzione fraterna e il dialogo pacato e costruttivo.
Il tempo che stiamo vivendo può essere occasione per imparare dai nostri errori, per rimediare ai nostri limiti e per presentare il volto di una Chiesa nella ricchezza dei suoi doni. Quello che è successo è sconcertante e imprevisto: nessuno può avere ricette già collaudate per rispondere a tutte le domande. Dobbiamo cercarle insieme.
Siamo tutti ammalati, o almeno tutti abbiamo sperimentato qualche aspetto di queste e altre malattie. Chi ci guarirà?
Ci salverà il Signore, consacrato con l’unzione e mandato per portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, proclamare l’anno di grazia del Signore.
Ci salverà il Signore. Ci salverà convocandoci in quella fraternità che il salmista esalta con il segno dell’olio: ecco com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! è come olio prezioso versato sul capo… (Sal 133,1-2). Il segno della salvezza, il messaggio convincente per testimoniare che siamo stati salvati è l’unità che genera comunione: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17,20-21).
Ci salverà il Signore!
ABBIAMO RIPRESO A CELEBRARE INSIEME
Nei consueti ORARI SS. MESSE
Giorni feriali e sabato: ore 8.00 e 18.00
Domenica e festivi: ore 8.30 - 10.30 e 18.00
(si raccomanda di arrivare in anticipo per consentire un ingresso in sicurezza e controllato)
CARITAS PARROCCHIALE - FONDO SAN GIUSEPPE
È stato costituito dalla Caritas diocesana il Fondo San Giuseppe per aiutare le famiglie che stanno perdendo il lavoro a causa della crisi economica provocata dal diffondersi dell’epidemia di Coronavirus.
INFORMAZIONI ALLO 02/45371954.
Ricordiamo e preghiamo per i parrocchiani defunti nei giorni scorsi
RINALDA BOFFI
e
GIANGALEAZZO DUPRÉ
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