DOMENICA 8 OTTOBRE 2017
VI DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI
Giobbe 1,13-21: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore!”.
Sal 16 (17): Sii attento, Signore, al mio grido!
2Tim 2,6-15: “…ma la Parola di Dio non è incatenata”.
Luca 17,7-10: “Siamo inutili servi!”.
La Parola di Dio domenicale è un invito a comprendere il senso della nostra piccolezza e fragilità di fronte all’onnipotenza di Dio e al suo insondabile progetto su noi e sul mondo, e a non perdere mai la fiducia in lui e nel suo amore eterno.
Come è capitato al santo Giobbe, anche a noi succede di sperimentare veri e propri assalti del male nella nostra vita, nella forma della cattiva sorte, delle disgrazie o della malattia. Si arriva a dire allora: perché Dio permette questo? Dove sono la sua bontà e la sua salvezza? Proprio allora è sapienza del cuore e della fede saper dire con Giobbe: “Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò!”. C’è una beatitudine grande in chi coglie il senso della propria finitudine, se in questo si manifesta il nostro abbandono totale nelle braccia del nostro Creatore e Padre.
Con l’apostolo Paolo questo abbandono totale dopo l’esperienza della propria debolezza (che per l’apostolo era la coscienza di essere “il primo dei peccatori”) si apre per grazia alla visione del riscatto, della redenzione, persino della gloria: “Se moriamo con Lui, con Lui anche regneremo!”.
Come servi, dunque, ci dice Gesù, saremo tanto fedeli e puntuali quanto consapevoli che Dio potrebbe anche fare a meno di noi (inutili!). Le nostre opere di cristiani dobbiamo compierle nella più pura umiltà: “Non a noi, non a noi, Signore, ma al tuo nome da’ gloria”, ci fanno recitare i Salmi. Ci consola sapere che le tante parabole di Gesù per far comprendere ai discepoli il loro dovere di comportarsi sempre da “inutili servi”, trovano il loro approdo nella confidenza fattaci nel congedo estremo del Cenacolo: “Non vi chiamo più servi, ma AMICI!”.
La nostra gioia, Signore, è davvero nel servirti, senza “ma” e senza “se”, non nelle invidie o nelle gelosie, ma nella più completa gratuità, perché “gratuitamente avete ricevuto: gratuitamente date!”. In questa gratuità che riceviamo da te, senza alcun merito, noi incontriamo la tua totale, infinita, eterna, indistruttibile AMICIZIA!
È dall’anno 2008/2009 che nella Diocesi di Milano è attivo un gruppo pastorale che si dedica ai fedeli separati, divorziati e in nuova unione. Si chiama “Acor” Porta della Speranza, come la Valle dove Dio, nell'episodio citato dal profeta Osea, paragona l'infedeltà del popolo di Israele all'infedeltà della sua sposa e invita la sposa stessa per parlare al suo cuore. Un incontro che trasforma il suo cuore che da arido e sterile si rinnova e riprende a vivere.
Il desiderio è quello di edificare una comunità ecclesiale dove tutti si sentano accolti ed amati da Dio e dai fratelli. Ciascuno potrà così sperimentare quello sguardo misericordioso sulle proprie ferite che incoraggia l’aiuto verso altre persone, magari coppie in difficoltà o altre situazioni di disagio famigliare.
A chi è rivolto? Gli incontri si rivolgono a persone separate, siano esse sole o in situazione di nuova unione; sono aperti anche a tutti coloro che desiderano pregare insieme in uno stile di accoglienza e fraternità reciproca.
Gli obiettivi:
• Ricercare la verità su di sé.
• Scoprire che la Parola di Dio raggiunge ciascuno di noi, e che anche la sofferenza e il dolore possono diventare il luogo di una nuova conversione all’Amore misericordioso del Padre.
• Incontrare fratelli e sorelle che, avendo vissuto la profonda sofferenza del fallimento matrimoniale, sono riusciti a ritrovare nella loro vita i segni della presenza di Dio
• Vivere un’esperienza di Chiesa in cui le singole persone, riunite nel nome di Gesù, si sostengono e si aiutano nel vivere ogni giorno la fede cristiana.
• Accompagnare verso il reinserimento nella comunità ecclesiale
Chi lo promuove?
Il percorso è promosso dal Gruppo ACOR, che fa parte del Servizio per la famiglia.
Il gruppo ACOR si articola a sua volta in equipe operanti in ognuna delle 7 zone pastorali della diocesi per promuovere spazi di incontro nella fede in ogni decanato, facilitare la collaborazione tra parrocchie e decanati per singolarmente non hanno le forse per organizzarsi; proporre momenti di formazione e scambio di esperienze per le equipe guida e favorire il collegamento con la diocesi.
Chi lo guida?
Un’équipe di persone formata da: - una o due coppie sposate - un sacerdote (o un/a religioso/a) - una o più persone separate o in nuova unione.
Il luogo
A Milano: Decanato San Siro, Decanato Venezia–Zara e Decanato Vigentino.
Quanto dura?
Il percorso dura 3 anni e si sviluppa da ottobre a maggio, per 8 incontri. Ogni incontro include il momento di preghiera e quello conviviale.
(Il programma dettagliato è esposto sulle apposite locandine informative).
AVVISI
- Come consuetudine della prima domenica di ogni mese, in fondo alla chiesa gli incaricati della Caritas parrocchiale raccolgono la vostra offerta per l’acquisto delle tessere alimentari per le famiglie bisognose della Parrocchia. Ringraziamo per la vostra generosità.