22 Aprile 2018
IV di PASQUA - DEL BUON PASTORE
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
(Anno B)
Salmo 29 (30): Ti esalto Signore perché mi hai liberato.
1 Tim 4,12-16: Paolo affida a Timoteo la cura pastorale.
Giovanni 10,27-30: “Le mie pecore ascoltano la mia voce”.
IL BUON PASTORE
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Quando Gesù si definì 'pastore', scelse un simbolo che la dice lunga sull'umiltà e sulla dolcezza Sua: un 'pastore' che si è fatto immolare sulla croce 'come agnello', segno del grande amore capace di dare la vita per le 'sue pecorelle'.
Il grande potere del pastore è tutto qui: imitare l'amore di Gesù nell'umiltà e nella dedizione, continuando a donarLo nell'Eucarestia, nel sacramento della Penitenza e nella Parola.
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Non siamo 'funzionari pagati' per un ufficio, ma siamo i grandi amici di tutti, senza distinzioni, intendendo per amicizia il dono rispettoso dell'Amore, il dono di Cristo.
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Non è certamente facile essere 'buoni pastori': richiede una seria volontà di santità e una totale disponibilità a farsi carico di tanti sacrifici, per mettersi sulle spalle tante pecore smarrite.
Sono ormai 57 anni che sono prete. Una scelta che non feci io, ma fu da Dio. E non se ne sa il 'perché'.
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Ero stato ordinato sacerdote a Novara il 29 giugno 1951: quanto tempo per essere pastore!
Ho conosciuto tante sofferenze, che sono la vera moneta da pagare all'amore, ma ho sempre sentito vicino a me la mano potente di Cristo.
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Ogni volta che incontravo la sofferenza o l'incomprensione, meditavo le parole che Pietro scrisse nella sua prima lettera: "'Carissimi, se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito agli occhi di Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme. Egli non commise peccato, non si trovò inganno sulla sua bocca; quando era oltraggiato, non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia. " (1 Pietro, 2, 20-25).
C'è - ci deve essere - una differenza tra il mondo e noi, nel presentarci e stare con gli uomini. Il mondo ricorre sempre a tecniche e strategie, spot pubblicitari ed esibizioni spettacolari, noi dobbiamo abbracciare l'umiltà del servizio che, quando ama, non fa chiasso. Anzi.
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Gesù non è tema da 'intrattenimento', bensì una persona la cui visibilità è data dalla testimonianza di quanti lo seguono. Ci sono preti, vescovi che, senza apparire nei massmedia, costruiscono ogni giorno comunione tra loro e speranza nella propria gente.
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A volte ci accusano di fare del nostro servizio, tutto e solo amore, una ricerca di 'potere'.
Affermava don Tonino Bello: "A noi non si addicono i segni del potere. Ma solo il potere dei segni. Non tocca a noi cioè, con il nostro impegno di carità, risolvere il problema della casa, della disoccupazione, della ingiustizia planetaria. Tocca a noi però, condividendo la sorte degli uomini, porre segni di inversione di marcia ogni volta che il mondo assolutizza se stesso. Rinunciamo pure ai segni del potere, non convertono alcuno. Ma non rinunciamo al potere dei segni", i segni dell’amore.
E Paolo VI, in un'omelia del 27 giugno 1975, esortava i sacerdoti: "Il mondo ha bisogno di voi! Il mondo vi attende! Anche nel grido ostile ch'esso lancia talora verso di voi, il mondo denuncia una sua fame di verità, di giustizia, di rinnovamento che il vostro ministero saprà amministrare.
Sappiate ascoltare il gemito del povero, la voce candida dei bambini, il grido pensoso della gioventù, il lamento doloroso del lavoratore affaticato, il sospiro del sofferente e la critica del pensatore. Non abbiate mai paura! - ha ripetuto il Signore - Il Signore è con voi!".
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Vorrei fare festa con quanti sacerdoti e vescovi, oggi, sono pastori del gregge.
Che Dio ci faccia davvero, come Gesù, 'buoni', interamente 'buoni', tanto amici del gregge da dare tutto di noi, anche la vita, come sanno fare alcuni.
Vi chiedo di pregare con me, per me e per tutti i pastori, non solo, ma vorrei esortarvi a compatirci nelle debolezze e vivere con noi la passione di Cristo per le anime, a cominciare dai più deboli.
INVITO A TUTTI I PARROCCHIANI GIOVANI E ADULTI
SABATO 19 MAGGIO, TUTTA LA MATTINA:
RITIRO COMUNITARIO
presso il monastero benedettino di via Bellotti:
PER UNA CRESCITA NELLA SINODALITÀ
Sintesi e prospettive per il cammino della nostra comunità parrocchiale.