19 GENNAIO
II DOPO L’EPIFANIA
Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre riflettiamo sulle letture di oggi, siamo invitati a meditare sul tema della grazia abbondante di Dio e su come Egli trasforma le nostre vite ordinarie in qualcosa di straordinario. Nella prima lettura dal libro di Ester (Est 5:1-2, 5), vediamo una donna che ripone la sua fiducia in Dio nonostante i rischi che corre. Ester, con il suo coraggio, si presenta davanti a re, sapendo che se non verrà accolta, la sua vita sarà in pericolo. Eppure, è sicura che Dio la guiderà e che le sue azioni saranno per il bene comune. Questa storia di audacia è un invito a fidarci della provvidenza di Dio, anche quando il cammino appare incerto o pericoloso. Come Ester, dobbiamo ricordare che quando ci facciamo avanti con fede, Dio non ci abbandona; il Suo piano è sempre in atto, anche nelle circostanze più incerte.
Nella seconda lettura dalla lettera agli Efesini (Ef 1:3-14), Paolo ci parla delle immense benedizioni che abbiamo ricevuto in Cristo. Siamo scelti, amati e sigillati dallo Spirito Santo. Paolo ci ricorda che la nostra identità in Cristo è una identità di abbondanza. Le benedizioni di Dio non sono solo sufficienti per soddisfare i nostri bisogni, ma sono traboccanti, ricche ed eterne. Questa abbondanza si manifesta anche nel miracolo delle nozze di Cana. Quando pensiamo alle benedizioni di Dio, spesso le immaginiamo in termini di scarsità o di mancanza, ma le benedizioni di Dio - la Sua grazia, il Suo amore, la Sua provvidenza - sono senza misura. Proprio come Gesù ha fornito una quantità abbondante del miglior vino alle nozze, così Egli ci dà la Sua grazia in abbondanza, abbastanza per noi e da condividere con gli altri.
Nel Vangelo (Gv 2:1-11), assistiamo al momento in cui Gesù compie il Suo primo miracolo, trasformando l'acqua in vino. Al centro di questo miracolo c’è l’obbedienza dei servi che, nonostante la natura insolita della richiesta, seguono le istruzioni di Gesù di riempire le giare di pietra con acqua. È un atto semplice, ma che porta a una trasformazione straordinaria. Il miracolo stesso ci mostra che Dio opera nell’ordinario. L’acqua - comune, semplice - diventa vino - ricco e abbondante. Ci ricorda che Dio può prendere i momenti più banali delle nostre vite e trasformarli in qualcosa di bello. La chiave di questa trasformazione è la fiducia e l’obbedienza: "Fate quello che vi dirà." Proprio come i servi hanno seguito il comando di Gesù, anche noi siamo chiamati ad ascoltare e fidarci della Sua guida, anche quando non comprendiamo completamente il risultato.
Infine, il miracolo di Cana non è solo una dimostrazione del potere di Gesù, ma un segno del Suo amore generoso. Il vino, che era così abbondante, simboleggia la gioia e la benedizione di Dio riversata sul Suo popolo. Quando ci sentiamo vuoti - spiritualmente, emotivamente o fisicamente - Gesù ci invita a portare la nostra miseria a Lui. Egli non ci riempie solo fino al limite, ma fa traboccare i nostri cuori di grazia e pace. Allo stesso modo in cui il vino alle nozze non era solo per la sposa e lo sposo, ma per tutti gli invitati, le benedizioni di Dio non sono destinate a rimanere per noi stessi. Siamo chiamati a condividere la gioia e le benedizioni che abbiamo ricevuto con gli altri, ad essere strumenti del Suo amore, compassione e grazia.
Mentre riflettiamo sulle letture di oggi, possiamo essere ispirati dal coraggio di Ester, dall'abbondanza delle benedizioni di Dio e dal semplice ma profondo messaggio di Maria, "Fate quello che vi dirà." Fidiamoci del piano di Dio, seguiamo la Sua guida e apriamo i nostri cuori al potere trasformatore della Sua grazia. E ricordiamoci sempre che nelle nostre vite, per quanto ordinarie possano sembrare, Dio è all’opera, trasformando la nostra acqua in vino, il nostro ordinario in straordinario. Amen.
don Titus