II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE (8 settembre 2024)

II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE (8 settembre 2024)

8 SETTEMBRE 2024

II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi, le letture ci portano a riflettere su temi fondamentali della nostra fede: la fedeltà di Dio al Suo popolo, il nostro cammino con Lui, e il riconoscimento di Gesù come colui che realizza pienamente le promesse di Dio.

Il profeta Isaia ci invita a ricordare le meraviglie che Dio ha compiuto per il Suo popolo. È un richiamo alla memoria: "Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto egli ha fatto per noi." Dio è stato un salvatore per il popolo d'Israele, non attraverso un messaggero o un angelo, ma con la Sua stessa presenza. Tuttavia, nonostante tutto questo amore e misericordia, il popolo si è ribellato, allontanandosi dal Suo spirito. Questa è una storia che si ripete, non solo nella vita del popolo d'Israele, ma anche nelle nostre vite. Quante volte ci dimentichiamo dei benefici di Dio? Quante volte, nella nostra quotidianità, ci lasciamo distrarre dai nostri problemi, dalle nostre paure, e perdiamo di vista la bontà del Signore? Isaia ci ricorda che Dio non ci abbandona, anche quando ci allontaniamo da Lui. È sempre pronto a riaccoglierci, a riportarci sulla retta via. Dobbiamo fare spazio nella nostra vita per ricordare i momenti in cui Dio ha agito con potenza per noi. In un mondo pieno di distrazioni, dobbiamo fare uno sforzo consapevole per tornare a Dio, per confidare nella Sua fedeltà e riconoscere i Suoi interventi nella nostra vita.

Nella lettera agli Ebrei, l’autore ci invita a guardare a Gesù come il sommo sacerdote della nostra fede. È Cristo, non Mosè, che è il costruttore della "casa" di Dio, cioè della Chiesa. Mosè è stato fedele come servitore, ma Gesù è figlio, ed è attraverso Lui che possiamo veramente comprendere il significato della fedeltà e della speranza. Qui vediamo un chiaro confronto tra la legge e la grazia. Mosè ha dato la legge, ma la pienezza della rivelazione divina si trova in Cristo. Mosè, un uomo fedele, ha preparato il popolo a ricevere qualcosa di più grande: la presenza stessa di Dio in Gesù. E oggi, siamo noi quella casa di Dio, quel popolo fedele, se continuiamo a mantenere salda la nostra speranza. La nostra fede in Cristo deve essere solida. Dobbiamo vedere Gesù come il fondamento della nostra esistenza spirituale. La nostra vita quotidiana, con le sue sfide e i suoi successi, deve essere vissuta in Cristo, che ci dà la speranza e la forza di superare ogni difficoltà.

Nel Vangelo di oggi, Gesù parla con forza alla folla, accusandola di non aver realmente ascoltato la voce di Dio. Molti studiavano le Scritture nella speranza di trovare la vita eterna, ma non riuscivano a vedere che quelle stesse Scritture testimoniavano di Gesù. È un rimprovero che invita alla riflessione: come possiamo cercare Dio e non riconoscerLo quando è davanti a noi? Gesù ci avverte anche del pericolo di cercare la gloria dagli uomini piuttosto che da Dio. È facile cadere nel desiderio di ricevere approvazione dagli altri, dimenticando che la gloria più grande viene dall’essere fedeli a Dio. Come cristiani, siamo chiamati a riconoscere Cristo non solo nelle Scritture, ma anche nella nostra vita quotidiana. Le nostre azioni e le nostre scelte devono riflettere la presenza di Gesù. Spesso, nella nostra ricerca di successo o riconoscimento, dimentichiamo di cercare ciò che è veramente importante: l'amore e la volontà di Dio.

Le letture di oggi ci offrono un invito forte: riconoscere che Dio è sempre fedele, e che noi, come Suo popolo, dobbiamo rispondere con fedeltà e speranza in Gesù. Dobbiamo imparare a vedere Dio all'opera nella nostra vita, anche nei momenti difficili, e ricordare sempre che Gesù è il nostro sommo sacerdote, colui che ci guida sulla via della salvezza. Ogni giorno, siamo chiamati a non vivere solo per ottenere la gloria dagli uomini, ma a cercare la gloria che viene dall’essere veri discepoli di Cristo. E questa gloria si manifesta nell’amore, nella misericordia, e nella fedeltà che dimostriamo nel nostro cammino con Dio. Che il Signore ci doni la grazia di essere fedeli come Mosè, ma soprattutto di riconoscere Cristo come il centro della nostra vita, così che possiamo vivere nella speranza e nella libertà della Sua grazia. Amen.

don Titus

DOMENICA 13 OTTOBRE 2024

VII DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI

LETTURE DOMENICALI:

Is 43,10-21: “Io sono il vostro Santo, il creatore d’Israele”

Salmo 120 (121): “Il Signore custodisce la vita del suo popolo!”.

1Cor 3,6-13 “C’è chi pianta e chi irriga, ma è Dio che fa crescere”.

Mt 13,24-43 Le parabole del Regno: il buon seme e la zizzania.

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      Il più piccolo di tutti i semi può sconfiggere tutte le zizzanie!     

Ascoltiamo Papa Francesco che un giorno commentava così la parabola della zizzania:

«Una parabola piuttosto complessa, che affronta il problema del male nel mondo e mette in risalto la pazienza di Dio.

La scena si svolge in un campo dove il padrone semina il grano; ma una notte arriva il nemico e semina la zizzania, termine che in ebraico deriva dalla stessa radice del nome Satana, e richiama il concetto di divisione.

13 OTTOBRE 2024

VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI

Fratelli e sorelle, il Vangelo di oggi ci presenta tre potenti parabole: la zizzania e il grano, il granello di senape e il lievito. Queste storie ci offrono spunti di riflessione sulla natura del Regno di Dio e sul nostro ruolo al suo interno.

Nella parabola della zizzania e del grano, vediamo la realtà che bene e male coesistono nel nostro mondo. Il padrone del campo, che rappresenta Gesù, istruisce i suoi servi a non sradicare subito la zizzania, ma a aspettare fino al raccolto - che simboleggia il giudizio finale. Dio è paziente, dando tempo per la conversione. Tuttavia, la parabola ci ricorda che arriverà un giorno di separazione. Sto crescendo come buon grano nel Regno di Dio, o ho permesso che la zizzania del peccato soffochi la mia crescita spirituale? La pazienza di Dio non è un pretesto per essere compiacenti, ma un invito al cambiamento.

Dal 14 al 20 ottobre 2024

OFFERTE PER LA PARROCCHIA

È sempre possibile lasciare la propria offerta nell'apposita bussola in fondo alla chiesa o mediante bonifico sul conto corrente parrocchiale attraverso il seguente IBAN:

IT50K0503401693000000003568

PARROCCHIA SS. SILVESTRO E MARTINO
Banco BPM ag. 391 – Piazza Medaglie d'Oro, 1 – 20135 MILANO


In qualsiasi momento è possibile lasciare la propria offerta tramite mediante donazione con carta di credito utilizzando l'apposito pulsante

 

BASTA.

L'AMORE che salva e il MALE insopportabile

L’Arcivescovo invita a confidare nella grazia del Signore e a opporsi al male personale e collettivo. Nell’anno giubilare l’esortazione a vivere un tempo sabbatico con al centro la preghiera e le relazioni, e a curare la Confessione e la celebrazione della Messa. In conclusione una rilettura del Cammino sinodale in Diocesi.

TUTTO CAMBIA

TUTTO CAMBIA è lo slogan dell'anno oratoriano 2024-2025 che ci introdurrà al Giubileo 2025 e ci aiuterà a viverlo in oratorio, accogliendo la dimensione della speranza.

Ragazzi e ragazze saranno invitati a mettersi nuovamente in cammino, non solo come "pellegrini di speranza" ma come "animatori di speranza" nei loro ambienti di vita, con i loro amici e familiari.

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