IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE (22 settembre 2024)

IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE (22 settembre 2024)

22 SETTEMBRE 2024

IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

Papa Francesco dice: Mormorare chiude il cuore allo Spirito Santo. Non permette allo Spirito di agire. Mormorare è una cattiva abitudine che può insinuarsi nelle nostre comunità. Semina divisione, impedisce la grazia dell'unità e indebolisce la Chiesa dall'interno.

Cari fratelli e sorelle, oggi la Parola di Dio ci invita a riflettere su un atteggiamento che tutti noi, a volte, abbiamo: il mormorio, il lamentarsi. Nella nostra vita quotidiana, quando qualcosa non va come ci aspettiamo, tendiamo a lamentarci. Ma la Scrittura ci insegna che il mormorio non ci avvicina a Dio, anzi ci allontana dalla Sua grazia e dalla comprensione dei Suoi doni.

Nella prima lettura, vediamo il profeta Elia, stanco e scoraggiato, mentre fugge nel deserto. Ha mormorato anche lui, dicendo: "Basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri." Elia si sente abbattuto, e nel suo sconforto vorrebbe addirittura morire. Ma cosa fa Dio? Non lo rimprovera, non lo abbandona. Invece, manda un angelo a dargli pane e acqua per sostenerlo nel suo cammino. Elia si alza, mangia e beve, e grazie a quel cibo, trova la forza di continuare il suo viaggio per 40 giorni e 40 notti.

Questo ci insegna che, anche quando siamo tentati di mormorare di lamentarci, Dio è vicino a noi. Egli comprende le nostre difficoltà e ci dona sempre ciò di cui abbiamo bisogno per continuare il cammino. Il pane che Elia riceve è un segno dell’amore di Dio, proprio come l’Eucaristia che riceviamo ogni domenica: è il cibo che ci sostiene e ci dà la forza di andare avanti nelle nostre difficoltà.

Nel Vangelo, i Giudei cominciano a mormorare contro Gesù perché ha detto: "Io sono il pane disceso dal cielo." Non riescono a capire, si scandalizzano. Come può quest’uomo, che conoscono come il figlio di Giuseppe, affermare di essere disceso dal cielo? Le parole di Gesù li disturbano perché non corrispondono alla loro visione di Dio. Eppure, Gesù non si tira indietro. Spiega loro che solo chi viene attratto dal Padre può capire il vero significato delle Sue parole: "Io sono il pane della vita."

Gesù non offre solo pane per il corpo, come Dio fece con gli Israeliti nel deserto o con Elia. Egli offre se stesso come pane per la vita eterna. Ci dice: "Chi mangia di questo pane vivrà in eterno." L’Eucaristia è un dono immenso, attraverso il quale Gesù si dona totalmente a noi. È un segno d’amore che va oltre ogni nostro immaginare, ma spesso rischiamo di non comprenderne appieno il significato, proprio come i Giudei non capirono allora.

Nella seconda lettura, Paolo ci ricorda le parole di Gesù durante l’ultima cena: "Questo è il mio corpo che è per voi; fate questo in memoria di me." Quando celebriamo l’Eucaristia, non stiamo solo ripetendo un rito, ma facciamo memoria del sacrificio di Cristo. Riceviamo il Suo corpo e il Suo sangue, partecipando al Suo dono totale. È un invito a vivere una vita in comunione con Lui, abbandonando le nostre lamentele e mormorazioni per aprire il cuore alla Sua grazia.

Cari fratelli e sorelle, il mormorio è una tentazione che possiamo incontrare tutti. Quando le cose non vanno come vorremmo, siamo portati a lamentarci, a concentrarci sui problemi e non sui doni che Dio ci offre. Ma la Parola di Dio ci invita oggi a cambiare prospettiva. Come Gesù ci ha detto: "Non mormorate tra di voi."

Quando ci sentiamo scoraggiati come Elia, quando non comprendiamo il mistero dell’Eucaristia come i Giudei, non dobbiamo mormorare. Invece, siamo chiamati ad avere fiducia in Dio, sapendo che Egli ci dà sempre ciò di cui abbiamo bisogno, anche quando non lo vediamo chiaramente. L’Eucaristia, il pane di vita, è il segno più grande del Suo amore per noi. Chiediamo al Signore la grazia di non cadere nella tentazione del mormorio, di non lamentarci quando le cose non vanno come desideriamo, ma di aprire i nostri cuori per riconoscere la Sua presenza, il Suo sostegno e il Suo amore. Come diceva San Pio da Pietrelcina, "La mormorazione è un vizio volontario che fa morire la carità." 

Amen.

don Titus

DOMENICA 15 GIUGNO 2025

SS. TRINITÀ

Letture domenicali:

Gen 18,1-10a; Salmo 104 (105); I Cor 12,2-6; Gv 14,21-26

La trinità del Masaccio a Firenze

Papa Francesco pensando ai nomi delle Persone divine, “che pronunciamo ogni volta che facciamo il segno della croce”, sottolinea che “in ciascun nome c’è la presenza dell’altro. Il Padre, ad esempio, non sarebbe tale senza il Figlio; così pure il Figlio non può essere pensato da solo, ma sempre come Figlio del Padre. E lo Spirito Santo, a sua volta, è Spirito del Padre e del Figlio”.

15 GIUGNO

SANTISSIMA TRINITÀ

Fratelli e sorelle, oggi celebriamo il mistero più alto e più familiare della nostra fede: la Santissima Trinità. Un mistero che non possiamo definire con precisione matematica, e che tuttavia può essere vissuto, abitato, gustato. Come diceva Edison, non conosciamo l’essenza della luce, del calore, dell’elettricità… ma ne facciamo esperienza ogni giorno. Così è per Dio: non possiamo comprenderlo pienamente, ma possiamo sentirne il calore, seguirne la luce, lasciarci attraversare dalla sua forza.

La prima lettura ci offre un’immagine straordinaria e delicata: Abramo, nella calura del giorno, vede tre uomini che gli si fanno incontro. Senza sapere chi siano, li accoglie con generosità. Solo dopo capisce: Dio è passato per la sua casa. Tre persone, un solo Signore. Non c’è bisogno di una visione celeste per incontrare la Trinità: basta uno spazio di silenzio, una tavola aperta, un gesto di servizio. Quando amiamo l’altro, senza sapere chi sia davvero, lì passa Dio. Primo suggerimento: impara ad accogliere senza domandare troppo. L’ospitalità, la gentilezza, la disponibilità sono segni concreti della presenza trinitaria nella tua vita.

 

Dal 16 al 22 giugno 2025

 

OFFERTE PER LA PARROCCHIA

È sempre possibile lasciare la propria offerta nell'apposita bussola in fondo alla chiesa o mediante bonifico sul conto corrente parrocchiale attraverso il seguente IBAN:

IT50K0503401693000000003568

PARROCCHIA SS. SILVESTRO E MARTINO
Banco BPM ag. 391 – Piazza Medaglie d'Oro, 1 – 20135 MILANO


In qualsiasi momento è possibile lasciare la propria offerta tramite mediante donazione con carta di credito utilizzando l'apposito pulsante

 

A giugno «Il Segno» raddoppia con i Pontefici

Il Segno del mese di giugno raddoppia ed esce con un supplemento da conservare dedicato a papa Francesco e al suo successore, papa Leone XIV. Un fascicolo ricco di contributi di firme autorevoli per riflettere sul magistero di Bergoglio e conoscere il nuovo Pontefice.

maggiori dettagli su chiesadimilano.it

 

È uscito il numero di GIUGNO 2025


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