22 DICEMBRE 2024
VI DI AVVENTO
Carissimi, ci troviamo a pochi giorni dal Natale del Signore. È il momento in cui siamo invitati a fermarci e a riflettere su una verità importante: Gesù desidera entrare nella nostra vita. Egli bussa alla porta del nostro cuore. Tuttavia, aprire quella porta non è sempre facile, specialmente in un mondo che sembra volerci chiudere in se stesso. Viviamo in un’epoca in cui l’apertura del cuore è messa alla prova ogni giorno. L’ira, l’ingiustizia, la crudeltà e l’odio possono spingerci a costruire muri, a difenderci, a nascondere il nostro cuore ferito. Eppure, ogni giorno siamo anche testimoni di atti incredibili di bontà, generosità e compassione, che ci ricordano quanto il cuore umano sia straordinario. Questa tensione ci pone davanti a una domanda cruciale: Come possiamo restare aperti? Come possiamo accogliere l’amore di Dio e degli altri, quando la vita stessa ci insegna a temere, a proteggerci, a chiuderci?
Le letture di oggi ci offrono una guida preziosa. Il profeta Isaia ci invita a spianare la via, a togliere gli ostacoli, a far passare il Re della gloria. "Passate, passate per le porte, sgombrate la via per il popolo" (Is 62,10). Questa esortazione ci ricorda che aprire il cuore richiede un lavoro interiore. Le nostre paure, i nostri rancori e i nostri fallimenti sono come macerie che impediscono al Signore di entrare. Spianare la via significa avere il coraggio di affrontare queste difficoltà e lasciarle andare, sapendo che Dio cammina con noi.
San Paolo ci incoraggia con parole che sembrano rivolte proprio ai nostri giorni:
"Rallegratevi nel Signore. Ve lo ripeto: rallegratevi! Non angustiatevi per nulla" (Fil 4,4-6).
Quando il cuore è aperto, è anche vulnerabile. Per questo Paolo ci ricorda che la pace di Dio è ciò che ci protegge, una pace che supera ogni intelligenza e ci custodisce dal dolore e dalla paura. Questa pace è un dono che riceviamo quando ci affidiamo a Lui con fiducia e preghiera.
Nel Vangelo, Maria ci insegna come aprire la porta del cuore con fiducia, nonostante le incertezze e le paure. Il suo “Eccomi” non è solo una risposta alla chiamata di Dio, ma un atto di coraggio e abbandono totale. "Ecco, sono la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola" (Lc 1,38). Maria ci dimostra che aprire il cuore significa accogliere anche l’incertezza e il rischio, sapendo che l’amore di Dio è più grande di ogni timore.
Gesù continua a bussare alla porta del nostro cuore. Nonostante le difficoltà, ci invita a rimanere aperti, vulnerabili, ma coraggiosi. “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). In questi ultimi giorni di Avvento, facciamo come Maria. Apriamo il cuore con un semplice, ma potente, “Eccomi!”. E scopriremo che tutto cambia, perché l’amore di Dio è capace di guarire anche le ferite più profonde. Amen.
don Titus