8 GIUGNO
PENTECOSTE
Fratelli e sorelle, oggi celebriamo la festa del fuoco e del vento, la festa del silenzio che si fa parola, del cuore che si apre all’altro, del cielo che scende nella carne dell’uomo: è Pentecoste. Nel cenacolo, mentre i discepoli erano chiusi per timore, ecco un fragore, come di vento impetuoso, che scuote le mura e spalanca le anime (At 2,1-11). Non è un vento che distrugge, ma che risveglia. Non è un fuoco che brucia, ma che illumina. È lo Spirito di Dio, che non spezza le lingue, ma le moltiplica, perché ogni uomo, in ogni lingua, possa udire le meraviglie di Dio.
Quello che fu confuso a Babele, viene ora ricomposto in unità: non uniformità, ma comunione nella diversità. Il miracolo non è tanto che gli apostoli parlino molte lingue, ma che ciascuno si senta raggiunto, ascoltato, compreso. Lo Spirito non cancella le culture, le accoglie e le armonizza. In Lui ogni popolo trova la sua voce e ogni voce trova la sua casa.
San Paolo, nella seconda lettura (1Cor 12,1-11), ci ricorda che questo stesso Spirito si manifesta in ciascuno per il bene comune. Doni diversi, un solo Spirito. Ministeri differenti, un unico Signore. Operazioni molteplici, ma un solo Dio che opera in tutti. Non siamo chiamati a confrontarci, ma a completarci. La diversità non è una minaccia, ma un dono. Ogni carisma è una fiamma; insieme, siamo un incendio d’amore che può riscaldare il mondo.
Nel Vangelo (Gv 14,15-20), Gesù promette ai suoi amici un Consolatore, un altro Paraclito, che rimarrà con loro per sempre. Lo Spirito non viene solo a portare forza, ma anche intimità: “Voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete”. È la promessa di una presenza che non abbandona, di un Dio che non resta lontano, ma viene a prendere dimora in noi. Non siamo orfani. Non siamo mai soli. Lo Spirito è la vita stessa di Dio riversata nei nostri cuori. E allora, come vivere Pentecoste nella vita quotidiana?
- Coltivando l’ascolto vero - Lo Spirito parla anche attraverso chi è diverso da noi. Prendiamoci il tempo per ascoltare le persone che incontriamo ogni giorno, senza giudizio, senza fretta. L’ascolto è la prima forma di amore e uno strumento potente di unità.
- Scoprendo e condividendo i propri doni - Lo Spirito ha instillato in ciascuno di noi carismi unici. Non tenerli nascosti. Riconosci il tuo dono - che sia la pazienza, l’accoglienza, l’insegnamento, il canto, il servizio - e usalo per costruire comunità, per il bene degli altri, non per il proprio tornaconto.
- Chiedendo ogni giorno lo Spirito nella preghiera - Non possiamo vivere da cristiani con le sole forze umane. Ogni mattina, anche solo con poche parole, invochiamo lo Spirito Santo: “Vieni, Spirito Santo, guida oggi i miei passi, i miei pensieri, le mie parole”. È Lui il respiro della nostra anima. Cari fratelli e sorelle, in un mondo lacerato da divisioni, muri, sospetti e diffidenze, Pentecoste è l’alba di una nuova umanità. Dove regna lo Spirito, non c’è spazio per l’odio, perché l’altro diventa fratello. Dove soffia lo Spirito, non c’è più paura, ma il coraggio dell’annuncio. Dove arde lo Spirito, fiorisce la comunione, e la Chiesa diventa profezia di un’unità che non appiattisce, ma esalta ogni volto, ogni storia, ogni dono.
Chiediamo oggi allo Spirito Santo di scendere ancora:
sulle nostre case, per farne cenacoli di pace;
sulle nostre parole, perché siano semi di Vangelo;
sui nostri cuori, perché si aprano all’incontro.
Vieni, Spirito Santo, e rinnova la faccia della terra. Amen.
don Titus