12 MAGGIO 2024
ASCENSIONE DEL SIGNORE
Sant'Agostino di Ippona diceva: "L'Ascensione di Cristo non è quindi la sua partenza da noi, ma la promessa di una presenza in cui non è più limitato da spazio e tempo. "San Giovanni Crisostomo diceva: "Cristo non è asceso per porre fine alla sua unione con noi, ma per estenderla attraverso i secoli."
Carissimi fratelli e sorelle, oggi celebriamo con gioia e gratitudine la Festa dell'Ascensione del Signore. Questo evento riveste un'importanza fondamentale nella nostra fede, poiché segna il momento in cui Gesù, dopo la sua risurrezione, ritorna al Padre nei cieli. Ma cosa significa per noi questa ascensione del Signore? Quali implicazioni pastorali possiamo trarre dalle letture che abbiamo ascoltato?
Nelle Sacre Scritture, la prima lettura dagli Atti degli Apostoli ci offre un quadro della scena dell'ascensione. Gli apostoli si trovano con Gesù sul Monte degli Ulivi, e mentre lo guardano salire al cielo, due angeli appaiono per confortarli e assicurarli che Gesù tornerà un giorno nella stessa maniera in cui è salito. Questo ci insegna che l'ascensione non è una separazione definitiva, ma piuttosto una promessa di un ritorno glorioso di Cristo.
Nella seconda lettura dalla Lettera agli Efesini, San Paolo ci parla della grazia che è stata concessa a ciascuno di noi attraverso Cristo. È importante comprendere che l'ascensione di Gesù non è stata un addio, ma il momento in cui Egli ha aperto le porte del cielo per noi. Attraverso la sua ascensione, siamo stati arricchiti di doni spirituali e chiamati a vivere una vita all'altezza di questa chiamata.
Infine, nel Vangelo secondo Luca, Gesù appare agli apostoli dopo la sua risurrezione e offre loro la sua benedizione prima di salire al cielo. Questo ci ricorda che anche se Gesù non è più fisicamente presente tra noi, la sua presenza è viva e operante nella Chiesa e nei nostri cuori. Siamo chiamati a essere testimoni della sua risurrezione e a diffondere il suo amore e la sua luce nel mondo.
Quali implicazioni pastorali possiamo trarre da queste letture? In primo luogo, dobbiamo ricordare che la nostra fede non si basa su una figura storica del passato, ma su un Cristo risorto e glorioso che è presente oggi e sempre. Dobbiamo essere testimoni viventi di questa realtà attraverso le nostre parole e le nostre azioni.
In secondo luogo, l'ascensione ci chiama a guardare al cielo con speranza e fiducia, sapendo che un giorno saremo uniti a Cristo nella gloria eterna. Questa consapevolezza dovrebbe animare e sostenere la nostra vita quotidiana, incoraggiandoci ad affrontare le sfide e le tribolazioni con coraggio e speranza. Infine, l'ascensione ci chiama a vivere una vita degna della chiamata che abbiamo ricevuto. Dobbiamo mettere in pratica i doni spirituali che ci sono stati concessi e lavorare per la costruzione del Regno di Dio sulla terra.
Carissimi, mentre celebriamo la Festa dell'Ascensione del Signore, preghiamo affinché il Signore ci dia la forza e la grazia di essere veri testimoni del suo amore e della sua salvezza. Che possiamo guardare al cielo con speranza e fiducia, sapendo che Cristo è con noi fino alla fine dei tempi. Amen.
don Titus