I AVVENTO (17 Novembre 2024)

17 NOVEMBRE 2024

I AVVENTO

Cari fratelli e sorelle, oggi inizia l'Avvento, un tempo di speranza che ci conduce a incontrare nuovamente Gesù. L’Avvento ci invita a risvegliare una speranza viva e profonda nei nostri cuori – una speranza che non si limita a desiderare un futuro migliore, ma che attivamente attende e si prepara, sapendo che il Signore è vicino. Le letture di oggi – la visione di giudizio di Isaia, l’invito di Paolo a vivere come figli della luce e le parole di Gesù sui tempi difficili – ci ricordano che, anche in mezzo all'oscurità, siamo chiamati ad aprire la porta della speranza.

Il profeta Isaia, nella nostra prima lettura, descrive un mondo scosso dalla violenza, dai disordini e dai segni cosmici di giudizio. Questa immagine potente sembra tristemente attuale. Guerre, conflitti, crisi ambientali e difficoltà personali fanno sentire molti come se le tenebre avessero l'ultima parola. Eppure, la profezia di Isaia non vuole incutere paura, ma piuttosto risvegliare vigilanza e prontezza. È un richiamo a ricordare che, come dice Papa Francesco in Lumen Fidei, “La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma un’espansione della vita.” È proprio nei momenti di prova che siamo maggiormente chiamati a vivere la nostra speranza.

Siamo “quelli che sperano contro ogni speranza,” come descrive San Paolo nella sua Lettera ai Romani. La vera speranza cristiana non si basa sulle circostanze, ma su Cristo. Sappiamo che, oltre a ogni tumulto terreno, l'amore di Dio rimane. Aprendoci a questa speranza, siamo attratti verso una fede più profonda, che ci dà la forza di resistere alle avversità con coraggio e di trasmettere quella speranza agli altri.

Il messaggio di San Paolo agli Efesini parla direttamente a noi, che cerchiamo di vivere come “figli della luce.” Egli ci invita a “camminare come figli della luce” e a “non prendere parte alle opere infruttuose delle tenebre.” Questo invito a una nuova modalità di vita non è solo un appello a respingere il peccato; è un invito a portare attivamente la luce di Cristo in tutto ciò che facciamo. Vivere come figli della luce significa far risplendere in noi la speranza di Cristo, specialmente in un mondo dove la sofferenza, la malattia e le divisioni gettano la loro ombra cupa.

L’Avvento ci invita a riflettere sulle nostre vite: dove possiamo portare luce? Dove possiamo essere portatori di speranza? Ogni atto di gentilezza, ogni parola di incoraggiamento, ogni preghiera per la pace permette alla luce di Cristo di spezzare le tenebre. Come ci ricorda Papa Francesco, la fede e la speranza non sono passive; richiedono il nostro coinvolgimento. Scrive: “La fede ci fa conoscere una vocazione alta… ci dice che ci è stato offerto un amore grande e che ci attende una vita grande.”

Nel Vangelo di oggi, Gesù parla di tempi di dura prova, segni che scuoteranno le fondamenta della vita. Eppure, il suo messaggio per i suoi seguaci è rassicurante: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.” Gesù ci invita a vivere con la fiducia che, nonostante le difficoltà di questo mondo, Dio è sempre con noi. L’Avvento è un tempo di preparazione, un tempo per fare dei nostri cuori un’abitazione accogliente per Gesù, il Principe della Pace. La speranza cresce quando Lo cerchiamo con sincerità, anche in mezzo alle difficoltà della vita. Le parole di Gesù ci ricordano che la nostra sofferenza non è vana; la promessa di Dio è certa. Di fronte a tragedie, dolori e delusioni, siamo chiamati a essere coraggiosi, a tenere la testa alta, sapendo che la nostra redenzione è vicina.

Come possiamo, dunque, aprire la porta della speranza nelle nostre vite e nelle nostre comunità? L’Avvento è un tempo per approfondire la nostra relazione con Cristo. Dedichiamo ogni giorno alcuni momenti di silenzio per invitare la sua presenza nei nostri cuori. Come una lampada nelle tenebre, la preghiera alimenta la nostra speranza e rafforza la nostra determinazione. Come ci incoraggia San Paolo, cerchiamo di “imitare Dio” nel nostro amore per gli altri. Possiamo essere portatori di speranza attraverso la nostra compassione, pazienza e atti di servizio. Quando sosteniamo i deboli, nutriamo gli affamati o consoliamo chi è nel dolore, apriamo anche per loro la porta della speranza. La speranza fiorisce quando ricordiamo che le promesse di Dio sono sicure. Le riflessioni sulle Scritture, come quelle di oggi, ci ricordano che Dio ha un piano per la nostra vita e ci condurrà attraverso tutte le prove. La nostra speranza diventa più forte quando viene condivisa. Rivolgiamo parole di incoraggiamento a chi ci circonda, specialmente a chi è oppresso dai pesi della vita. Insieme, creiamo una comunità di speranza che rivela la luce di Cristo al mondo.

All’inizio di questo cammino di Avvento, apriamo ampiamente la porta della speranza a Colui che viene a salvarci. Siamo “quelli che sperano contro ogni speranza,” tracciando un cammino nelle tenebre affinché altri possano seguirci. E con la testa alta, possiamo affrontare le sfide di questa vita con la fiducia che nostro Signore è vicino.

Possano le nostre vite diventare un riflesso del Sacro Cuore di Gesù, che ci ama incondizionatamente e rinnova il mondo con la Sua speranza. In questo tempo di Avvento, prepariamo i nostri cuori, perché facendo ciò, prepariamo il mondo a incontrare l’amore e la pace di Cristo, nostra speranza ultima. Amen.

don Titus

DOMENICA 27 APRILE 2025

II DOMENICA DI PASQUA

        LA PASQUA DI FRANCESCO!       

27 APRILE

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Cari fratelli e sorelle, in questa Domenica della Divina Misericordia, la Chiesa ci invita a contemplare il volto tenero e fedele di Dio, un volto che non giudica, ma ama; che non condanna, ma solleva; che non si stanca mai di noi, anche quando noi ci stanchiamo di Lui. Le letture di oggi sono un canto alla misericordia. Ci conducono dentro una verità profonda: Dio non si allontana mai dal cuore ferito dell’uomo, ma lo cerca, lo guarisce, lo rialza.

1. L'amore che non ha paura delle ferite (Giovanni 20,19-31): Nel Vangelo, Gesù risorto entra nel cenacolo "a porte chiuse". Ma non solo quelle della casa: erano chiuse anche le porte del cuore dei discepoli. Chiuse per paura, per vergogna, per fallimento.

Eppure Gesù entra. Non forza, ma si fa spazio con la pace:

«Pace a voi!» Non chiede spiegazioni. Non rimprovera. Mostra le mani e il fianco: le sue ferite sono diventate sorgenti di perdono. Le ferite non sono cancellate, ma trasfigurate dall'amore.

 

Dal 28 aprile al 4 maggio 2025

 

OFFERTE PER LA PARROCCHIA

È sempre possibile lasciare la propria offerta nell'apposita bussola in fondo alla chiesa o mediante bonifico sul conto corrente parrocchiale attraverso il seguente IBAN:

IT50K0503401693000000003568

PARROCCHIA SS. SILVESTRO E MARTINO
Banco BPM ag. 391 – Piazza Medaglie d'Oro, 1 – 20135 MILANO


In qualsiasi momento è possibile lasciare la propria offerta tramite mediante donazione con carta di credito utilizzando l'apposito pulsante

 

ACUTIS, RITRATTO DI UN SANTO "NORMALE"

Il giovanissimo milanese che verrà canonizzato nelle testimonianze della mamma, di un compagno di scuola, di una suora sua insegnante e di un medico che lo curò nei giorni della malattia, raccolte in un minidocumentario disponibile su chiesadimilano.it

 

È uscito il numero di MAGGIO 2025


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