15 GIUGNO
SANTISSIMA TRINITÀ
Fratelli e sorelle, oggi celebriamo il mistero più alto e più familiare della nostra fede: la Santissima Trinità. Un mistero che non possiamo definire con precisione matematica, e che tuttavia può essere vissuto, abitato, gustato. Come diceva Edison, non conosciamo l’essenza della luce, del calore, dell’elettricità… ma ne facciamo esperienza ogni giorno. Così è per Dio: non possiamo comprenderlo pienamente, ma possiamo sentirne il calore, seguirne la luce, lasciarci attraversare dalla sua forza.
La prima lettura ci offre un’immagine straordinaria e delicata: Abramo, nella calura del giorno, vede tre uomini che gli si fanno incontro. Senza sapere chi siano, li accoglie con generosità. Solo dopo capisce: Dio è passato per la sua casa. Tre persone, un solo Signore. Non c’è bisogno di una visione celeste per incontrare la Trinità: basta uno spazio di silenzio, una tavola aperta, un gesto di servizio. Quando amiamo l’altro, senza sapere chi sia davvero, lì passa Dio. Primo suggerimento: impara ad accogliere senza domandare troppo. L’ospitalità, la gentilezza, la disponibilità sono segni concreti della presenza trinitaria nella tua vita.
San Paolo, nella seconda lettura, ci mostra come lo stesso Dio opera attraverso la varietà. Uno è lo Spirito, uno è il Signore, uno è Dio Padre… ma i doni sono diversi, le vocazioni molteplici, le missioni distinte. Ecco un altro volto del Dio Trinità: non omologazione, ma comunione. Non uniformità, ma armonia. La Trinità vive dentro le nostre differenze e le trasforma in unità. Secondo suggerimento: non confrontarti con gli altri per invidiare o giudicare, ma per scoprire come Dio agisce anche in ciò che ti è diverso. Ogni talento, ogni vocazione, anche quella che non comprendi, è un riflesso del Dio che crea, salva e vivifica.
Nel Vangelo, Gesù promette lo Spirito: “Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Non un Dio lontano, ma un Dio che viene ad abitare. Il Padre che ama, il Figlio che si dona, lo Spirito che insegna e ricorda. Il Dio Trinità non ci chiede di capire tutto, ma di vivere una relazione: con Lui, con gli altri, con noi stessi.
Terzo suggerimento: coltiva ogni giorno un piccolo spazio per ascoltare il Vangelo, per invocare lo Spirito, per ringraziare il Padre. Bastano pochi minuti, ma fedeli: lì la Trinità prende dimora.
Cari fratelli, il mistero della Trinità non è lontano né complicato: è Dio che passa alla nostra porta come ospite, che si manifesta nella diversità dei fratelli, che prende dimora in noi se scegliamo di amare. Non serve sapere tutto, serve solo accogliere. E allora, anche se non sapremo mai spiegare cos’è davvero la Trinità… potremo dire di averla incontrata, amando, servendo e vivendo in comunione. Amen.
don Titus