1 GENNAIO
OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE
Oggi è un giorno di benedizione. In questo nuovo anno, Dio ci ha donato un’altra opportunità per crescere nell’amore, per avvicinarci a Lui e per sperimentarlo nella persona di Gesù. Oggi è un giorno di benedizione. In questo ottavo giorno dopo il Natale, ricordiamo la cerimonia del nome di Gesù. Benediciamo e onoriamo il santo nome di Gesù. Riconosciamo che c’è potenza e benedizione nel suo nome. Come ci dice San Paolo (Fil 2,9-10): “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra.”
Nella prima lettura di oggi, tratta dal libro dei Numeri, abbiamo ascoltato la formula di benedizione della tradizione di Aronne. Spero che, mentre veniva proclamata, abbiamo sentito su di noi le benedizioni di Dio attraverso la Sua Parola. In questa occasione propizia, desidero condividere una breve riflessione sulla “benedizione”. La parola ebraica “Berakah” o la parola greca “Eulogia” si trovano almeno 200 volte nelle Scritture, specialmente nell’Antico Testamento. Questa parola può avere almeno tre significati.
1) Dio benedice la sua creazione. Dio benedice gli esseri umani. Dice ad Abramo e agli altri patriarchi: “Ti benedirò e benedirò i tuoi discendenti” (Gen 12,2). Un buon raccolto, i figli, la pace familiare, la ricchezza, la felicità e la saggezza sono tutti considerati benedizioni di Dio. Maria è benedetta fra tutte le donne perché Dio l’ha scelta per essere la Madre di Suo Figlio, una grazia unica concessa a un essere umano. La benedizione di Dio rappresenta la grazia che Egli riversa su di noi attraverso il Suo amore provvidente. Oggi, mentre ci troviamo all’inizio di questo nuovo anno, abbiamo bisogno della Sua benedizione. Non sappiamo cosa ci riserverà quest’anno: un nuovo ordine mondiale, la vita o la morte, i nostri piani e progetti personali... Possiamo dire “Sì” a tutto questo grazie alla benedizione di Dio.
2) La seconda accezione di “benedizione” è la risposta umana di lode e ringraziamento davanti alla presenza straordinaria di Dio. Il libro dei Salmi è pieno di questo tema: “Benedici il Signore, anima mia, benedici il suo santo nome” (Sal 103); “Ti benedirò, Signore, nell’assemblea grande” (Sal 26,12); “Ti benedirò per tutta la mia vita” (Sal 63,4). Nel libro di Daniele troviamo i tre giovani nella fornace ardente che invitano tutta la creazione a unirsi a loro nel “Benedire il Signore...” (Dan 3,51-90). Il Vangelo di oggi ci parla dei pastori che, dopo aver visto il bambino divino, tornarono a casa “glorificando e lodando Dio.” Tornarono a casa benedicendo Dio. La preghiera ebraica di benedizione prima dei pasti iniziava con queste parole: “Benedetto sei tu, Signore Dio dell’universo; dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane...” Questa è la stessa preghiera che recitiamo all’offertorio durante la preparazione dei doni, nella celebrazione eucaristica. Quindi, la seconda accezione di “benedizione” è lodare e ringraziare Dio. Quando ci rendiamo conto che siamo semplici creature, che è Dio a sostenerci e che egli è colui che provvede a noi, lo benediciamo. Lo lodiamo e lo ringraziamo. All’inizio di questo nuovo anno, abbiamo tanti motivi per benedire il Signore. Ringraziamo Dio per l’anno passato, con le sue opportunità e sfide, con i suoi successi e rimpianti, con la saggezza che abbiamo acquistato. Lodiamo Dio per il nuovo anno che ci sta davanti: 365 giorni di opportunità per crescere, amare ed esperimentare Dio nella persona di Gesù.
3) Infine, il terzo significato di “benedizione” è un essere umano che invoca la grazia e la pace di Dio su un’altra persona. Nell’Antico Testamento, Dio dice ad Abramo e agli altri patriarchi: “Benedirò coloro che ti benediranno” (Gen 12,3). Nella storia di Giacobbe (Gen 27), la benedizione di Dio gli viene trasmessa, attraverso le parole di suo padre Isacco. E, come abbiamo ascoltato nella prima lettura di oggi, i sacerdoti ricevono il potere di benedire il popolo a nome di Dio. Nel Nuovo Testamento, invece, Gesù ci dice: “Benedite coloro che vi maledicono” (Lc 6,28) e pregate per coloro che vi fanno del male. In altre parole, Gesù ci invita a invocare la benedizione di Dio sui nostri amici e sui nostri nemici. Pregando per un’altra persona, desideriamo per lei la stessa pace e serenità che proviamo alla presenza di Dio. In questo modo, benediciamo gli altri.
In questo giorno di Capodanno, cerchiamo la benedizione di Dio per i nostri cari. Che la benedizione di Dio scenda sulle nostre famiglie, sui nostri luoghi di lavoro, sulle nostre riunioni. Che Dio benedica i nostri propositi per il nuovo anno!
“Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Num 6,24-26).
Buon Anno a tutti! Amen.
don Titus