VI DOPO L'EPIFANIA

16 FEBBRAIO

VI DOPO L'EPIFANIA

Cari fratelli e sorelle in Cristo, Oggi la Parola di Dio ci invita a riflettere su due atteggiamenti fondamentali nella vita cristiana: la gratitudine e la fede. Il Vangelo ci presenta un episodio commovente: dieci lebbrosi vengono guariti da Gesù, ma solo uno di loro, un samaritano, torna a ringraziarlo. Gesù pone una domanda che dovrebbe risuonare nei nostri cuori: "Non ne sono stati guariti dieci? E gli altri nove dove sono?" (Lc 17,17).

Il samaritano, riconoscendo la sua guarigione, torna indietro per lodare Dio e per ringraziare Gesù. In questo gesto, Gesù vede un segno di fede autentica e gli dice: "La tua fede ti ha salvato" (Lc 17,19). È interessante notare che gli altri nove erano stati guariti fisicamente, ma solo questo uomo riceve anche la salvezza. Perché? Perché la gratitudine è il segno di un cuore che ha riconosciuto l'opera di Dio e che vive nella fiducia.

San Paolo, nella seconda lettura, ci parla della lotta interiore dell'uomo tra il bene e il male. Dice: "Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" (Rm 7,19). Questo ci fa comprendere quanto sia difficile, a volte, essere grati. La nostra natura umana tende a dimenticare il bene ricevuto e a focalizzarsi sulle difficoltà. Ma è proprio qui che la fede interviene: ci aiuta a riconoscere i doni di Dio anche nei momenti difficili.

Papa Francesco ci ricorda spesso l'importanza della gratitudine nella vita cristiana. Dice: "Un cristiano che non sa ringraziare è uno che ha dimenticato la lingua di Dio". La gratitudine è il segno di un'anima nobile, di una persona che non si sente mai autosufficiente, ma che riconosce di dipendere dall’amore di Dio e dagli altri.

Nella prima lettura, Isaia ci offre una visione grandiosa dell'universalità della salvezza: Dio accoglie tutti coloro che si avvicinano a Lui con un cuore sincero, anche lo straniero. Questo ci riporta al Vangelo: il solo che torna a ringraziare è proprio il samaritano, lo straniero, colui che secondo i pregiudizi dell’epoca era considerato lontano da Dio. La gratitudine rompe le barriere e ci fa comprendere che nessuno è escluso dall’amore di Dio.

Quante volte anche noi, come i nove lebbrosi, ci dimentichiamo di ringraziare! Ci ricordiamo di Dio quando abbiamo bisogno, ma una volta ottenuta la grazia, torniamo alle nostre vite senza nemmeno rivolgergli un pensiero. Oggi il Vangelo ci insegna che la vera guarigione non è solo quella fisica, ma quella del cuore. E un cuore sano è un cuore capace di dire "grazie". Fratelli e sorelle, chiediamoci: siamo persone grate? Ringraziamo Dio ogni giorno per la vita, per la fede, per le persone che ci stanno accanto? Oppure ci lasciamo prendere dalla lamentela e dalla dimenticanza? Oggi, sull’esempio del samaritano, vogliamo fare un passo in più nella nostra vita spirituale. Prendiamoci l’impegno di dire grazie a Dio ogni giorno, anche per le cose che ci sembrano piccole. Non aspettiamo di avere tutto risolto per lodare il Signore. Ricordiamoci che è nell’andare che si guarisce. La nostra fede crescerà ogni volta che ci fermeremo per dire "grazie". Che il Signore ci doni occhi per riconoscere i Suoi doni e un cuore capace di gratitudine. Amen.

don Titus

DOMENICA 15 GIUGNO 2025

SS. TRINITÀ

Letture domenicali:

Gen 18,1-10a; Salmo 104 (105); I Cor 12,2-6; Gv 14,21-26

La trinità del Masaccio a Firenze

Papa Francesco pensando ai nomi delle Persone divine, “che pronunciamo ogni volta che facciamo il segno della croce”, sottolinea che “in ciascun nome c’è la presenza dell’altro. Il Padre, ad esempio, non sarebbe tale senza il Figlio; così pure il Figlio non può essere pensato da solo, ma sempre come Figlio del Padre. E lo Spirito Santo, a sua volta, è Spirito del Padre e del Figlio”.

15 GIUGNO

SANTISSIMA TRINITÀ

Fratelli e sorelle, oggi celebriamo il mistero più alto e più familiare della nostra fede: la Santissima Trinità. Un mistero che non possiamo definire con precisione matematica, e che tuttavia può essere vissuto, abitato, gustato. Come diceva Edison, non conosciamo l’essenza della luce, del calore, dell’elettricità… ma ne facciamo esperienza ogni giorno. Così è per Dio: non possiamo comprenderlo pienamente, ma possiamo sentirne il calore, seguirne la luce, lasciarci attraversare dalla sua forza.

La prima lettura ci offre un’immagine straordinaria e delicata: Abramo, nella calura del giorno, vede tre uomini che gli si fanno incontro. Senza sapere chi siano, li accoglie con generosità. Solo dopo capisce: Dio è passato per la sua casa. Tre persone, un solo Signore. Non c’è bisogno di una visione celeste per incontrare la Trinità: basta uno spazio di silenzio, una tavola aperta, un gesto di servizio. Quando amiamo l’altro, senza sapere chi sia davvero, lì passa Dio. Primo suggerimento: impara ad accogliere senza domandare troppo. L’ospitalità, la gentilezza, la disponibilità sono segni concreti della presenza trinitaria nella tua vita.

 

Dal 16 al 22 giugno 2025

 

OFFERTE PER LA PARROCCHIA

È sempre possibile lasciare la propria offerta nell'apposita bussola in fondo alla chiesa o mediante bonifico sul conto corrente parrocchiale attraverso il seguente IBAN:

IT50K0503401693000000003568

PARROCCHIA SS. SILVESTRO E MARTINO
Banco BPM ag. 391 – Piazza Medaglie d'Oro, 1 – 20135 MILANO


In qualsiasi momento è possibile lasciare la propria offerta tramite mediante donazione con carta di credito utilizzando l'apposito pulsante

 

A giugno «Il Segno» raddoppia con i Pontefici

Il Segno del mese di giugno raddoppia ed esce con un supplemento da conservare dedicato a papa Francesco e al suo successore, papa Leone XIV. Un fascicolo ricco di contributi di firme autorevoli per riflettere sul magistero di Bergoglio e conoscere il nuovo Pontefice.

maggiori dettagli su chiesadimilano.it

 

È uscito il numero di GIUGNO 2025


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