27 APRILE
DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Cari fratelli e sorelle, in questa Domenica della Divina Misericordia, la Chiesa ci invita a contemplare il volto tenero e fedele di Dio, un volto che non giudica, ma ama; che non condanna, ma solleva; che non si stanca mai di noi, anche quando noi ci stanchiamo di Lui. Le letture di oggi sono un canto alla misericordia. Ci conducono dentro una verità profonda: Dio non si allontana mai dal cuore ferito dell’uomo, ma lo cerca, lo guarisce, lo rialza.
1. L'amore che non ha paura delle ferite (Giovanni 20,19-31): Nel Vangelo, Gesù risorto entra nel cenacolo "a porte chiuse". Ma non solo quelle della casa: erano chiuse anche le porte del cuore dei discepoli. Chiuse per paura, per vergogna, per fallimento.
Eppure Gesù entra. Non forza, ma si fa spazio con la pace:
«Pace a voi!» Non chiede spiegazioni. Non rimprovera. Mostra le mani e il fianco: le sue ferite sono diventate sorgenti di perdono. Le ferite non sono cancellate, ma trasfigurate dall'amore.
Ecco la misericordia: Dio non cancella il dolore, lo abbraccia. Non ci evita, ci viene incontro. E ci dona lo Spirito per continuare la sua missione:
«A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati»
2. La misericordia che vince ogni inganno (Colossesi 2,8-15): San Paolo ci mette in guardia da una religione fatta di apparenze, di regole vuote, di filosofie che non salvano. E ci ricorda che Cristo ci ha liberati dal potere delle tenebre non con una legge, ma con l'amore della croce:
«Egli ha perdonato tutte le colpe, annullando il documento scritto contro di noi... lo ha inchiodato alla croce.»
Questa è la poesia della misericordia: un Dio che prende su di sé le nostre colpe e le trasforma in una danza di vita. Dove c’era condanna, ora c’è grazia. Dove c’era debito, ora c’è libertà.
3. Una fede che nasce dal tocco dell'amore (Atti 4,8-24): Nel libro degli Atti, Pietro e Giovanni, uomini semplici, parlano con coraggio davanti al Sinedrio. Non predicano una dottrina, ma una Persona viva: Gesù risorto. Dicono:
«In nessun altro c’è salvezza.»
Questi uomini hanno conosciuto la misericordia di Gesù. Lo avevano tradito, abbandonato... ma sono stati ricostruiti dal suo perdono. Ora non possono tacere ciò che hanno visto e sperimentato.
E noi? Siamo forse come Tommaso: portiamo il desiderio di vedere, di toccare, di essere certi. Gesù non rimprovera Tommaso. Si lascia toccare. Gli permette di mettere il dito nelle sue ferite. La fede vera nasce lì: dove tocchiamo con mano che Dio non ci ama perché siamo perfetti, ma perché siamo suoi. Amen.
don Titus